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di Fabio Poloni
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“Ma la Piaggio mi blocca il nome”
[/vc_column_text][vc_empty_space height=”40px” alter_height=”none” hide_on_mobile=””][vc_column_text css=”.vc_custom_1621931388192{padding-top: 10px !important;}”]Dice che il rosso che produce in Puglia lo voleva chiamare semplicemente Vespa, ma è arrivata una diffida della Piaggio e ha cambiato idea, chiamandolo “Il Bruno del Vespa”. Ora il celebre giornalista e saggista porta la sua passione per il vino – da degustatore e da produttore – in Veneto: è stata presentata ieri la prima etichetta di Prosecco di Bruno Vespa, un Valdobbiadene Superiore Docg e un Prosecco Doc rosé, tredici mila bottiglie in tutto equamente divise.
È stato Giancarlo Polegato nella sua Villa Sandi di Crocetta del Montello a tenere a battesimo il Prosecco del conduttore di Porta a Porta, ribattezzato “Per Dom” in omaggio a Dominga Cotarella, figlia dell’amico e rinomato enologo, Riccardo, che ne ha seguito la produzione e che lavora anche con Villa Sandi.
Proprio Polegato ha concesso in affitto a Vespa un ettaro di vigneto nel cuore della Docg, a Valdobbiadene: un sodalizio che ora vede i suoi frutti “e spero che ci porti lontano”, si augura Vespa, che sottolinea di avere “il Veneto nel cuore, una terra a cui non manca nulla: mare, montagna, città d’arte, basterebbe solo valorizzarlo facendo squadra senza lagnarsi troppo, i veneti hanno questa tendenza”. A proposito di lagnanze: e chi dice che è troppo Prosecco? “Questo è vero, dalle mie parti si dice che il troppo stroppia – valorizziamo il Prosecco e puntiamo sulla qualità, senza passare dai milioni ai miliardi” -[/vc_column_text][vc_empty_space height=”35px” alter_height=”none” hide_on_mobile=””][/vc_column][/vc_row]