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di Paolo Pellegrini
[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_empty_space height=”40px” alter_height=”none” hide_on_mobile=””][vc_single_image image=”4834″ img_size=”large” alignment=”right”][vc_separator][vc_column_text css=”.vc_custom_1620643944728{padding-top: 10px !important;}”]L’ultimo nato l’ha chiamato Donna Augusta, in omaggio alla moglie: sole lei in casa non aveva ancora un’etichetta dedicata, “c’era Bruno, il primo, che costa poco, c’era il Fedale per i figli, e c’era perfino Zoe, dolce, come il nostro cane”. Ma lei niente. E ci voleva qualcosa di speciale, “un bianco che somigli a un rosso perché lei beve solo rossi, anche all’aperitivo quando noi sorseggiamo spumante: quindi un bianco da invecchiare, più vicino ai francesi, che noi sui bianchi non abbiamo ancora raggiunto…”[/vc_column_text][vc_column_text css=”.vc_custom_1620839084417{padding-top: 30px !important;}”]Bruno Vespa racconta la genesi del Donna Augusta, blend prezioso di cui tre uve meravigliose: Verdeca, Fiano e Chardonnay. Ma l’undicesimo prodotto della Masseria Li Reni di Manduria, cuore e centro del Primitivo e della Puglia vinicola, non è stato solo divertimento, “figlio di un anno di prove e prove” con Riccardo Coratella, il re degli enologi che lo segue dall’inizio di questa impresa: “sembrava sempre troppo femminile, e Coratella ci ha messo l’anima”.[/vc_column_text][vc_empty_space height=”35px” alter_height=”none” hide_on_mobile=””][vc_btn title=”SCOPRI IL NUOVO BIANCO IGT DEL SALENTO” style=”flat” shape=”square” color=”danger” align=”center” link=”url:https%3A%2F%2Fvespavignaioli.it%2Fprodotto%2Fdonna-augusta%2F|||”][vc_column_text css=”.vc_custom_1620643921666{padding-top: 30px !important;}”]
“Fino da quando negli anni Settanta il grande Gino Veronelli mi insegnò ad amare gli uomini e le donne che ne fanno parte”. Ma non si spaccia per esperto. “Bevo un vino diverso ogni giorno perché mi aiuta a conoscere e imparare. Non dirò mai quali preferisco, bevo bianchi e rossi e bollicine, dipende da quello che mangio”.
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IL NOSTRO VINO È UN’ECCELLENZA CHE VA TUTELATA
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di Bruno Vespa
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[/vc_column_text][vc_column_text css=”.vc_custom_1620641673979{padding-top: 30px !important;}”]Capisco che l’Organizzazione internazionale della vigna e del vino voglia tenerli all’interno della famiglia vinicola per evitare che diventino appannaggio di categorie merceologiche equivoche. Ma oltre un certo limite non si può andare. Il successo mondiale del Prosecco dipende anche dalla bassa gradazione. Ma fermiamoci. Facciamo conoscere le nostre eccellenze, che hanno ancora molto cammino da compiere. Tanta gente che non ha mai bevuto un buon bicchiere ne resta affascinata.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row][vc_row][vc_column][vc_empty_space hide_on_mobile=””][/vc_column][/vc_row]